Il Piano strutturale di bilancio che ha iniziato in Parlamento il proprio rapido esame rappresenta la nuova forma assunta dal programma di finanza pubblica dopo la riforma della governance economica dell’Unione europea, approvata a fine 2023 dopo un faticoso negoziato fra i Governi e destinata a farsi sentire dal prossimo anno. Il Piano, abbreviato in Psb, sostituisce la vecchia NaDef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza con cui ogni autunno il Governo faceva il punto sulle dinamiche di finanza pubblica e tracciava gli spazi di manovra per la legge di bilancio. A differenza della sua antenata, il Piano strutturale di bilancio è però parecchio più impegnativo, perché impegna il Paese in un programma per cinque anni e fissa i livelli massimi di spesa primaria netta per i prossimi sette. L’impegno è vincolante, perché può essere modificato solo per eventi eccezionali o cambi di Governo: nonostante questo, comunque, il Parlamento se la caverà in un paio di mezze giornate di audizioni concluse poi con l’intervento del ministro dell’Economia e il voto sulle risoluzioni.