Nel variegato mondo dei contratti per i dipendenti degli enti locali ieri è successo un po’ di tutto. Il rinnovo 2019/21 dei 13mila dipendenti della Regione Sicilia è stato bloccato dalla sezione di controllo della Corte dei conti dell’Isola, per l’assenza delle «condizioni di compatibilità finanziaria ed economica con gli strumenti di programmazione e di bilancio della Regione». Il motivo è semplice, ed è legato al fatto che «gli strumenti di bilancio» non ci sono in quanto la Regione non ha ancora approvato il rendiconto 2023, ritardato da una serie di operazioni di riaccertamento classiche nelle complicate finanze pubbliche siciliane. Il problema è più giuridico che economico perché il nuovo contratto, che fra gli altri riguarda anche i circa 4mila forestali siciliani, costa 80 milioni all’avvio e 30 milioni annui a regime, cifre non proprio impossibili per un bilancio regionale che viaggia poco sotto i 20 miliardi all’anno. L’approvazione del consuntivo, che prima o poi arriverà, dovrebbe quindi sciogliere l’impasse; ma intanto i tempi si allungano ancora e ritardano l’arrivo in busta paga degli aumenti, fra i 62 e i 145 euro a seconda dell’inquadramento, e soprattutto dei maxiarretrati gonfiati da cinque anni e mezzo senza rinnovo contrattuale.