Da pochi giorni, il piano dei conti aggiornato al 27 giugno 2024 dallo standard setter board è disponibile nella pagina relativa del sito Accrual. Fin dalla prima lettura, emergono almeno 10 dubbi da chiarire, prima dell’avvio della riforma. In primo luogo, ci si chiede se il piano dei conti sarà personalizzato da ogni comparto della pubblica amministrazione o rimarrà solo l’attuale schema, e poi sarà lasciata la libertà a ogni singola amministrazione di personalizzare il proprio piano dei conti, creando così una babele. Desta perplessità l’assenza, nelle immobilizzazioni immateriali, delle indicazioni relative alle immobilizzazioni immateriali in corso (peraltro indicate nello schema di bilancio) e delle manutenzioni straordinarie effettuate su beni di terzi. Rispetto all’attuale piano dei conti proposto dal Dlgs 118/2011, tra le immobilizzazioni materiali non è richiesta alcuna distinzione rispetto alla natura dei fabbricati, mentre tra le immobilizzazioni finanziarie non sono elencate quelle verso semplici partecipate e altre imprese. In entrambi i casi, non si comprende il motivo di tali omissioni. Nel piano dei conti in modalità accrual, è marcata la ripartizione tra operazioni correnti e operazioni non correnti. La distinzione riguarda le operazioni che saranno liquidate o incassate entro 12 mesi da quelle che hanno un orizzonte finanziario più lungo. Per quanto riguarda i crediti, è coerente ipotizzare che i crediti stralciati dalla finanziaria, in quanto residui con anzianità superiore a tre anni, vengano classificati tra le immobilizzazioni e non più tra i crediti del circolante.