La valutazione successiva delle immobilizzazioni immateriali registrate nello stato patrimoniale deve essere effettuata al costo meno gli ammortamenti accumulati e le perdite per riduzione di valore (valore netto contabile). La valutazione di tali beni richiede la considerazione della loro vita utile, definita come il periodo durante il quale si prevede di utilizzare l’immobilizzazione oppure come la quantità di prodotti o di unità similari che si prevede di ottenere dal suo utilizzo.
Itas 5 distingue tra due categorie principali di immobilizzazioni immateriali: quelle con una vita utile definita e quelle con una vita utile indefinita. Per le prime, è essenziale stabilire una durata precisa, mentre per le seconde, non è possibile determinare un limite temporale per cui si prevedono flussi di cassa netti positivi o un potenziale di servizio.
Questa distinzione influisce direttamente sulle modalità di ammortamento e sul riesame periodico del valore. Le immobilizzazioni con vita utile definita devono essere soggette a revisione periodica del periodo e del metodo di ammortamento a ogni chiusura dell’esercizio, per assicurare che il valore contabile rifletta adeguatamente la capacità del bene di generare benefici economici. Invece, le immobilizzazioni con vita utile indefinita non sono ammortizzate, ma devono essere annualemnte sottoposte a controlli di riduzione di valore (impairment test). Questo processo implica un confronto tra il valore contabile del bene e il maggiore tra il valore d’uso e il valore di mercato per stabilire se il valore contabile supera il valore recuperabile.