Nel contesto dell’Itas 5, esaminiamo il trattamento delle plusvalenze e minusvalenze derivanti dalla dismissione o cessione di immobilizzazioni immateriali, nonché la capitalizzazione degli oneri finanziari associati alla loro acquisizione o produzione interna. Questi elementi, spesso trascurati, sono fondamentali per garantire una rappresentazione contabile precisa e trasparente nei bilanci delle amministrazioni pubbliche.
L’Itas 5 e le relative linee guida prevedono che i risultati economici derivanti dalla cessione o dismissione di un’immobilizzazione immateriale siano contabilizzati come plusvalenze o minusvalenze. Si verifica una plusvalenza quando il valore di realizzo del bene supera il suo valore contabile netto, mentre si verifica una minusvalenza nel caso contrario. Ad esempio, se un’amministrazione vende una licenza software che ha un valore contabile netto di 10.000 euro a un prezzo di vendita di 12.000 euro, si registra una plusvalenza di 2.000 euro. Viceversa, se il prezzo di vendita fosse di 8.000 euro, si registrerebbe una minusvalenza di 2.000 euro. Le linee guida descrivono queste plusvalenze e minusvalenze usando l’aggettivo “straordinario”, ma, a differenza delle previsioni del 118/2011, tali componenti non devono essere riclassificate tra i componenti straordinari del risultato economico di esercizio. Questi valori devono invece essere iscritti nel conto economico nella parte ordinaria, in linea con quanto indicato nell’Itas 1, assicurando una puntuale informazione in nota integrativa.