Il taglio dell’Irpef chiamato a proseguire sulla strada avviata dall’architettura a tre aliquote è ufficialmente rimandato a data da destinarsi, quando lo permetterà il “consolidamento dei conti”. Prosegue invece il lavoro di messa a punto della cosiddetta Ires premiale che, come anticipato dal Sole 24 Ore di sabato scorso, taglierà l’aliquota dell’imposta sulle società alle aziende che trattengono una quota rilevante degli utili in azienda per utilizzarli in investimenti, nuove assunzioni, welfare o formazione. Lo sconto, secondo quanto detto da fonti della Lega, dovrebbe essere di quattro punti, portando dunque l’aliquota al 20%, con un costo aggiuntivo da 400 milioni all’anno coperti dal contributo chiesto a banche e assicurazioni.
Il vertice che ieri prima del consiglio dei ministri ha riunito a Palazzo Chigi la premier Giorgia Meloni e il titolare dei conti Giancarlo Giorgetti con i leader di maggioranza, cioè i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani oltre al segretario di Noi Moderati Maurizio Lupi, non ha sciolto tutti i nodi sui correttivi di governo e relatori alla legge di bilancio, che saranno al centro oggi di un incontro con i capigruppo della maggioranza prima del deposito degli emendamenti in commissione Bilancio alla Camera. Il fisco ha dominato la scena, alla presenza anche del viceministro alle Finanze Maurizio Leo, ma non mancano notizie importanti anche per gli altri settori. Prima di tutto pare destinato a tramontare il blocco del turn over negli enti locali e per le forze dell’ordine: questi due comparti, in pratica, non saranno obbligati a riservare a nuove assunzioni una somma massima pari al 75% dei risparmi prodotti dalle uscite di quest’anno, come accadrà invece alle altre Pa. Fra gli emendamenti sul tavolo resta poi l’addio all’aumento di tassazione per i bitcoin, che però sarà accompagnato dalla cancellazione del limite di esenzione fino a 2mila euro per le plusvalenze soggette al prelievo ordinario del 26 per cento. Da sciogliere, poi, la questione relativa alla possibilità di destinare, magari con silenzio assenso, il Tfr ai fondi pensione per creare una rendita integrativa. Tutti dossier destinati a finire sui tavoli della commissione a partire da domani, quando è previsto l’inizio delle votazioni.