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I commercialisti della
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Argomento: Attualità di rilievo

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02 Settembre 2024

Con l’introduzione della disciplina prevista dal Dl 113/2024 all’articolo 3, commi 3 e 12, è stato chiarito uno dei misteri che avvolgevano la riforma Accrual. Non ci sarà infatti un Itas 19 a disciplinare la fase di avvio della riforma. Il ministero dell’Economia, con provvedimenti da emanarsi inizialmente entro il 31 marzo 2025 e, in via definitiva, entro il 30 giugno 2026, stabilirà le direttive per le singole amministrazioni. Un provvedimento legislativo, previsto per essere adottato entro il secondo trimestre del 2026, regolerà l’avvio a regime della riforma Accrual, che è programmato per il 2027. Il comma 8 dell’articolo 10 specifica che le amministrazioni devono adottare misure di carattere informatico per applicare la riforma, procedendo con un’analisi per l’adeguamento dei propri sistemi informativo-contabili. Questo processo deve avvenire in conformità ai requisiti generali definiti con un decreto del ministero dell’Economia, previsto entro il primo trimestre del 2025. Resta confermato che nel 2025 le norme contabili vigenti continueranno a essere applicate, mentre i tempi per il completamento degli adeguamenti saranno allineati all’introduzione della riforma, prevista per il primo semestre del 2026 (milestone M1C1-118).

Tags: Accrual

08 Agosto 2024

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.184 del 7 agosto 2024 il Decreto legislativo 29 luglio 2024, n.110.

08 Agosto 2024

Il Ragioniere generale dello Stato ha formalizzato, con una determina, il raggiungimento della prima milestone del Pnrr associata alla riforma 1.15. Tuttavia, mancano ancora chiare indicazioni normative sul perimetro, sui tempi di adozione della riforma e, soprattutto, sulle finalità, come ribadito dalla Commissione Arconet.

07 Agosto 2024

Dopo aver ricevuto la quinta di dieci tranche previste nel Pnrr, per un importo di 11 miliardi di euro su un totale di 194,4 miliardi, l’attenzione si sposta ora sulla sesta tranche legata ai risultati al 30 giugno. Il Dossier Parlamentare, rilasciato il 1° agosto 2024, fornisce un aggiornamento sui traguardi e obiettivi del Piano a metà anno.

22 Luglio 2024

Il giorno 16 luglio 2024, alle ore 11.30, Aran e sindacati rappresentativi hanno sottoscritto, in via definitiva il Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per il triennio 2019-2021 per i circa 13.640 Dirigenti, Dirigenti amministrativi tecnici e professionali e Segretari Comunali e Provinciali dell’Area dirigenziale delle Funzioni Locali. La firma del contratto giunge al termine di una complessa trattativa che ha visto impegnate le parti per un prolungato arco temporale. Il nuovo testo contrattuale regola alcuni istituti normativi ed economici di parte comune applicabili a tutto il personale destinatario del presente CCNL tra cui la nuova disciplina prevista in materia di Lavoro Agile e di mentoring. Molti degli interventi previsti nel CCNL adeguano le norme contrattuali a corrispondenti interventi legislativi che si sono susseguiti negli ultimi anni (News del 16 luglio 2024 ARAN).

Tags: ARAN

16 Luglio 2024

Nel variegato mondo dei contratti per i dipendenti degli enti locali ieri è successo un po’ di tutto. Il rinnovo 2019/21 dei 13mila dipendenti della Regione Sicilia è stato bloccato dalla sezione di controllo della Corte dei conti dell’Isola, per l’assenza delle «condizioni di compatibilità finanziaria ed economica con gli strumenti di programmazione e di bilancio della Regione». Il motivo è semplice, ed è legato al fatto che «gli strumenti di bilancio» non ci sono in quanto la Regione non ha ancora approvato il rendiconto 2023, ritardato da una serie di operazioni di riaccertamento classiche nelle complicate finanze pubbliche siciliane. Il problema è più giuridico che economico perché il nuovo contratto, che fra gli altri riguarda anche i circa 4mila forestali siciliani, costa 80 milioni all’avvio e 30 milioni annui a regime, cifre non proprio impossibili per un bilancio regionale che viaggia poco sotto i 20 miliardi all’anno. L’approvazione del consuntivo, che prima o poi arriverà, dovrebbe quindi sciogliere l’impasse; ma intanto i tempi si allungano ancora e ritardano l’arrivo in busta paga degli aumenti, fra i 62 e i 145 euro a seconda dell’inquadramento, e soprattutto dei maxiarretrati gonfiati da cinque anni e mezzo senza rinnovo contrattuale.

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